Sezione Cap. F. Gentile - Castelfidardo (AN) |
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Home | >CASTELFIDARDO>FISARMONICA L'antenato della fisarmonica fu lo «tcheng», un antichissimo strumento cinese risalente addirittura a 4500 anni fa, sopravvissuto nei millenni (una copia è custodita nel museo di Castelfidardo). Fu lo «tcheng» ad utilizzare per primo l'ancia libera, principio sul quale si basa anche la fisarmonica, che sfrutta l'ancia oscillante e sonora (una linguetta di metallo speciale che vibra e sonorizza), per flusso d'aria fornito dal «cuore» dello strumento: il mantice. La concertina del Wheatstone e l'accordeon del Demian attrassero subito la curiosità e l'interesse popolare ma, soprattutto, l'interesse di quei preziosi e strani tipi d'uomini che non si sa come definire se non come «introduttori di dita su ogni scatola chiusa per derimerne i misteri e fame poi cosa migliore», per cui si arguisce che i due strumenti, certamente capitati in mano a costoro, furono oggetto di incogniti rimaneggiamenti e di qui la radice di diverse versioni: nel 1837 Mathieu Isoard sopprime le terze e le quinte che accompagnavano ogni voce; nel 1840 appaiono i primi rudimentali organetti in Russia; nel 1850 il Bonacina costruisce il «Mantesin». Ma il fondamentale rimaneggiamento doveva avvenire proprio in Italia per una di quelle fatalità che danno luogo, quando vanno bene, a dei veri e propri miracoli. Nel 1863 un pellegrino austriaco con un misterioso «pacco sonoro», di ritorno da Loreto, si ferma nel casolare di un contadino di Castelfidardo, Paolo Soprani, il quale, geniale congegnatore e non digiuno di suoni, pare che tanto abbia brigato (ma le versioni non sono concordi, c'è anche chi parla di «spionaggio musicale» e chi di sottrazione) da indurre l'ospite a lasciargli in dono l'oggetto misterioso. Il Soprani squarta la scatola, ne studia i meccanismi, rivoluziona i congegni, le dimensioni, le voci e ne trae fuori, completamente ricostruito, il vero capostipite della fisarmonica italiana. Dà avvio alla produzione migliorando sempre più il livello qualitativo degli strumenti. Nella «lavorazione degli armonici» per lungo tempo l'iniziativa di maggior rilievo resta quella di Paolo e Settimio Soprani; quest'ultimo nel 1885 si stacca dal fratello ed impianta una piccola fabbrica che, superate le prime difficoltà, riesce ben presto ad imporsi. Il loro successo, come si è visto, era stato favorito dalle possibilità di commercializzazione, offerte ad uno strumento popolare come la fisarmonica, da Loreto. Come risulta da una intervista allo stesso Soprani, le vendite aumentano nettamente «dal 1880 in poi, descrivendo una curva ascendente». Già negli anni Novanta, però, iniziano le prime difficoltà. Con il nuovo secolo (forse già con gli ultimissimi anni dell'Ottocento), si verifica una netta ripresa, resa possibile dalla favorevole congiuntura nazionale e internazionale. Gli anni Ottanta e l'età giolittiana sono quindi due periodi di sviluppo per la nascente industria della fisarmonica; lo si comprende anche dal fatto che in quegli anni, accanto all'attività pionieristica di Paolo Soprani, sorgono altre iniziative imprenditoriali: Settimio che, come si è visto, si stacca dal fratello nel 1885; nel 1888 Sante Crucianelli si mette in proprio; le fabbriche continuano a moltiplicarsi. Certo è, che neanche l'estero rimane a guardare quella particolare fortuna di casa nostra. Ma si può affermare che la «voce» italiana era ed è tutt'oggi inconfondibile e superiore e che gli espedienti tecnici furono sempre tali da onorare altamente l'insospettabile ricchezza d'ingegno dei nostri maestri artigiani, cresciuti attraverso prove e ricerche sui congegni, ma quello che è più sbalorditivo, su complessi fenomeni della fisica dei suoni, sulla timbrica e sull'acustica, affinando un gusto invidiato all'estero e inutilmente imitato, passato gelosamente di padre in figlio, che purtroppo va calando se non spegnendosi in queste ultime generazioni. La ragione del successo di questo strumento? Densità, compattezza, versatilità, maneggevolezza, iridescenza fonica ed una misteriosa illimitatezza interpretativa. Diceva l'indimenticato Luciano Fancelli che l'artista «lo padroneggia con il suo corpo, le sue forze gli son tutte sopra, lo appoggia al petto, lo tiene col mento e con le ginocchia, lo circonda con le braccia, lo vigila -quasi a contatto -con l'occhio e con l'orecchio, lo sente con il cuore». Purtroppo, in Italia, la fisarmonica entra negli istituti musicali ufficiali molto tardi. Solo a partire dagli anni ’80 celebri compositori e Direttori di conservatorio cominciano ad interessarsi a questo meraviglioso strumento, contribuendo alla sua definitiva affermazione anche nel mondo della musica classica. (brano e immagini tratte dal sito internet ufficiale del Comune di Castelfidardo) La città di Castelfidardo ospita il Museo della Fisarmonica, dedicato a tutti gli aspetti riguardanti questo meraviglioso strumento. |
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